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giovedì 20 ottobre 2011

Diario della missione 2011 - Venerdì- Maria Laura

Venerdì, 12.8.2011

Nel pomeriggio di questa giornata era previsto il matrimonio bosniaco di Marianna e Roberto.

Va chiarito che la mitica Presidentessa del “Comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace” della provincia di Padova e il suo consorte, convolati a giuste nozze nel febbraio scorso, in un precedente contatto con i responsabili del villaggio di Doborovci, avevano comunicato la notizia del loro matrimonio ed espresso il desiderio di festeggiare la loro unione anche con tutti gli amici bosnici.

Questi hanno voluto essere loro stessi gli organizzatori di una seconda cerimonia di nozze, secondo la tradizione bosniaca, per suggellare in maniera ancora più forte, se ce ne fosse bisogno, l’amore tra i nostri due giovani.

Marianna e Roberto dovevano portare gli abiti delle nozze, al resto avrebbe provveduto la gente di Doborovci.

Eravamo tutti, sposi compresi, molto curiosi di sapere cosa sarebbe successo, era tutto “top secret”.

Sapevamo solo che una ragazza sarebbe venuta a prelevare Marianna e l’avrebbe accompagnata a casa sua dove delle damigelle l’avrebbero aiutata a prepararsi, mentre lo sposo doveva prepararsi da solo ed attendere nella sua casa.

Tutte noi che alloggiavamo con Marianna e Roberto, e cioè Virginia, Elisa, Sabrina e la sottoscritta, ci eravamo recate nelle nostre stanze solo dopo che Marianna aveva avuto modo di riposarsi ed era già uscita con le damigelle.

Per chi non lo sapesse, tutto il nostro fortunato gruppo era ospitato nel secondo piano della bellissima casa di Mirsada, sua sorella Misa ed i genitori.

Preciso inoltre che Mirsada è stata Miss Bosnia 2010 e sua sorella è pure uno schianto. Entrambe bellissime con due gambe che, a guardarle dai piedi alle anche, ci si impiega almeno 5 minuti, tanto sono lunghe. Sono ragazze così belle che, quando le si vede la prima volta, si rimane senza parole.

Ho premesso tutto questo per un fatterello alquanto spassoso che abbiamo vissuto: Roberto si stava riposando pure lui nella sua camera e noi ci stavamo facendo belle per il matrimonio quando sono arrivate le due sorelle che, convinte che nella camera di Marianna e Roberto non ci fosse nessuno, ci hanno chiesto di entrare per raggiungere il terrazzino sul quale la camera si affaccia e fumare tranquille senza incorrere nel giudizio negativo dei genitori.

Alla richiesta di Mirsada, dimenticando completamente che c’era lo sposo, anche lui in grandi preparativi, ho dato loro il via libera. Le due sono entrate e, trovando Roberto (non chiedetemi a che punto era della vestizione, per delicatezza non gliel’ho chiesto), sono uscite di corsa imbarazzatissime.

Ovviamente mi sono subito ricordata di Roberto, che per l’appunto era ancora in camera: ho iniziato quindi a prodigare a Roberto le mie scuse a raffica, ovvero una litania di “scusa, scusa, scusa” interminabile che manda in esaurimento la persona “offesa” che, oltre al danno, subisce le mie ansiose dimostrazioni di contrizione e diventa vittima per una seconda volta. Giuro, non lo faccio apposta, è più forte di me.

Chiarito tutto, le due Miss si sono simpaticamente prestate a delle foto in pose da fatalone, con lo sposo in mezzo. Marianna, quando dopo la festa ha saputo tutto, non ha proprio gradito tutto questo intermezzo. L’ho rassicurata che Roberto nemmeno di fronte a tanta avvenenza della Miss ha mai vacillato e che il suo amore per lei è saldo e forte.

Finalmente eravamo tutti pronti per la cerimonia. Mezza Doborovci (almeno la Doborovci che conta) era invitata.

Gli invitati avevano quasi tutti il mezzo proprio, sono salita con Armin e Samra e i genitori di lui. Eravamo tutti molto eleganti e allegri. Armin e Samra, una giovane coppia di Doborovci che conosciamo ormai da anni e che vivono e lavorano in Italia, avevano un entusiasmo ed una allegria contagiosi e mi spiegavano le varie fasi della cerimonia che si è così svolta.

Per primo Roberto è salito in un carrettino con asinello (sembrava un carretto siciliano) guidato da un cocchiere in costume tradizionale: pantaloni stile turco e casacca bianca. Tutti con le macchine (adornate con fasce bianche) seguivamo il carrettino con lo sposo in un giro dell’oca lungo e tortuoso per tutto il paese che è terminato nella casa della sposa.

Mi è stato spiegato da Sandra che per raggiungere la casa della sposa non si seguiva la normale traiettoria ma si deviava con un giro interminabile, senza mai fare retromarcia, perché portava bene. In Bosnia infatti si pensa che più lunga è la strada da percorrere più possibilità ci sono di una unione forte e per sempre.

Nella casa della sposa i suoi due “genitori putativi” ricevevano i corrispondenti “due genitori putativi” di Roberto, per conoscersi e valutare se dare il consenso al matrimonio e per stabilire la dote della sposa.

Roberto attendeva pazientemente fuori con tutti gli invitati che intanto ricevevano da alcune organizzatrici dei fazzolettini ricamati bianchi e delle coccardine da appuntare al petto come segno di riconoscimento di invitati.

Eravamo tutti eccitatissimi, scattavamo foto in continuazione e facevamo compagnia allo sposo ormai impaziente.

Finalmente i genitori avevano trovato l’accordo e dato il loro consenso alle nozze.

A questo punto esce la sposa, Roberto si avvicina, lei si solleva il velo e………… stupore! non è Marianna ma una delle signore del paese molto simpatica ma molto poco avvenente.

Ridiamo tutti, ride anche la finta sposa e dopo poco esce Marianna, bellissima, trepidante che abbraccia un Roberto ancora più emozionato di lei.

Il “padre putativo” di Roberto consegna la dote della sposa: 200 marchi corrispondenti a cento euro. Non è male considerando le difficoltà economiche endemiche del paese. C’è il lancio delle caramelle che mi ricorda quando ero bambina (una vita fa), quando noi bambini andavamo tutti ai matrimoni perché venivano lanciati i confetti che noi o prendevamo al volo o raccoglievamo da terra e mangiavamo tranquillamente alla faccia dell’igiene, tanto secondo il saggio detto di allora: “queo che no sofega ingrasa” (quello che non soffoca ingrassa).

Gli sposi salgono sul carrettino e noi tutti dietro strombazzando. Ogni pochi metri i ragazzini bloccano le macchine con una pertica o una corda. E’ parte del gioco. Gli invitati consegnano monetine di consolazione a chi non parteciperà al banchetto nuziale e i bambini mollano la cora e lasciano passare.

Arriviamo alla sala polivalente dove è preparato il pranzo.

E’ tutto molto ben organizzato: le tavole sono imbandite con piatti tipici: paprica ripiena, pitta di tutti i tipi, capretto cotto allo spiedo squisito e altre eccellenti leccornie.

Il tavolo degli sposi ha un magnifico centro tavola. Non manca la musica. C’è infatti il violinista Hilmo pronto a cantare con sottofondo musicale rigorosamente altissimo.

Marianna e Roberto vengono invitati a parlare: sono emozionati, bellissimi. Dicono che questo matrimonio preparato con così tanta cura e calore li ha commossi, sono più commossi ora che nel primo matrimonio in Italia e ringraziano con il cuore i loro secondi genitori.

E poi via al banchetto e poi ancora le danze dove tutti ci scateniamo gioendo di questi momenti così belli, così pieni, indimenticabili.

Questo è stato un regalo fantastico che i nostri amici hanno fatto non solo a Roberto e Marianna ma a tutti noi.

Quanto siamo stati felici! Che bello vedere ballare con così tanta voglia di vivere.

Che momenti di pienezza con i nostri cari amici di Doborovci! Ed io, che sono una gaudente, adoro queste occasioni conviviali, queste esperienze emotivamente così forti, piene, meravigliose.

Che voglia di vita che ha questa meravigliosa gente, come mi sento in sintonia con loro, a volte mi sembra quasi di recuperare una parte di me stessa, un modo di vivere che mi appartiene dai tempi della mia infanzia.

Insomma viva gli sposi e viva Doborovci.