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martedì 15 febbraio 2011

ASSEMBLEA 5 FEBBRAIO 2011 Relazione del Presidente

ASSEMBLEA 5 FEBBRAIO 2011

Relazione del Presidente

Premessa
L’Assemblea di oggi, per l’approvazione del Programma Annuale 2011, si svolge in un momento particolare per l’AVIP: l’iscrizione all’anagrafe Onlus, approvata nel novembre, è un passaggio fondamentale nel nostro cammino di volontari per la pace.

La qualifica di Onlus (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale) è il riconoscimento dell’evoluzione e della crescita della nostra associazione. Sono passati più di 18 anni dalla fondazione: siamo cresciuti quantitativamente (per l’entità dei progetti attuati e delle azioni di aiuto realizzate), ma siamo cresciuti anche qualitativamente, diversificando i nostri ambiti di intervento, cercando sempre una visione di sistema, sforzandoci di migliorare il nostro metodo di azione, correggendo di volta in volta i nostri errori.

Essere Onlus significa anche avere un’importante posta in gioco:

  • Da una parte: possiamo beneficiare dei vantaggi di questa condizione giuridica, per usufruire delle varie possibilità di partenariato con altre associazioni e degli eventuali finanziamenti istituzionali.

  • Nello stesso tempo dobbiamo mantenere le caratteristiche che hanno sempre contraddistinto il nostro “gruppo” in tutti questi anni. Dobbiamo evitare la burocratizzazione dell’AVIP, per confermare il nostro stile, il nostro metodo di azione, che ci ha sempre visti condividere tutti insieme i momenti decisionali e i momenti operativi.

  1. COSA FARE

Dato il particolare contesto in cui ci troviamo, è giusto tracciare le linee della nostra attività nel 2011 tenendo sempre lo sguardo su quello che abbiamo fatto in questi 18 anni, dalla nascita dell’associazione fino ad oggi

  • Alcune conferme

Abbiamo iniziato il nostro cammino con gli interventi a favore profughi vittime della guerra in ex Jugoslavia, mediante la consegna diretta di aiuti materiali, con la nostra presenza personale e la vicinanza umana, con la testimonianza per la pace e la non violenza come supremo valore da difendere sempre. In tutti questi anni questo è stato il fulcro attorno al quale ruotavano tutte le altre azioni.

  • Alcune trasformazioni

Un po’ alla volta abbiamo capito che bisognava dare un orizzonte più ampio alle nostre azioni. Confermando e sviluppando i nostri interventi concreti sul piano umanitario, abbiamo capito che era necessario agire, tra di noi e nel contesto della nostra comunità, per una sempre più ampia e convinta conoscenza e consapevolezza rispetto ai problemi della pace, dell’aiuto ai più deboli, della testimonianza della solidarietà e del dialogo per vincere sulle divisioni e sui conflitti. Perciò abbiamo sempre più valorizzato le iniziative di informazione e sensibilizzazione sulle complesse dinamiche tuttora presenti in Bosnia, sulle altre emergenze e conflitti nelle diverse aree geografiche, sul significato delle azioni di dialogo tra le persone e tra i popoli, che devono essere vissute nell’impegno personale e nel coinvolgimento collettivo.

Sul piano operativo, ribadiamo l’importanza della nostra adesione al Comitato di Sostegno alle Forze ed Iniziative di Pace, che ci vede partecipi e protagonisti di azioni ad ampio raggio nei progetti di solidarietà e di dialogo nelle due comunità di Gračanica e Petrovo in Bosnia.

Si tratta di esperienze che ci portano a vedere con chiarezza e convinzione il cammino che possiamo fare in questi mesi. Un cammino che deve avere alcuni punti fermi.

  1. Consolidamento interno

Dobbiamo rafforzare sempre la condivisione, sia nei momenti decisionali, sia nella partecipazione diretta alle attività. Sarà giusto valorizzare le diverse competenze di ciascuno, secondo le caratteristiche personali e secondo la divisione dei compiti; ma dovremo sempre considerarci coinvolti e responsabili in modo paritario in una bella esperienza umana di solidarietà.

  1. Allargamento
    I nostri ambiti di intervento sono già molto ampi e diversificati; ma questo non ci impedisce di avere sempre uno sguardo attento a cogliere nuovi stimoli e nuove opportunità. Sia nelle nostre primarie azioni in Bosnia, a Doborovci come a Gračanica e Petrovo, sia in Croazia a Novi Vinodolski, dobbiamo ogni volta comprendere come i nostri progetti non siano solo momentanee azioni di assistenza o beneficenza, ma possano essere linfa per una crescita civile in un vero contesto di pace. Inoltre, possiamo di volta in volta individuare quali nuove attività possano far progredire il mostro cammino per la solidarietà e la pace.

Allargamento può significare anche crescita numerica del gruppo. In tutti questi anni abbiamo visto un significativo turn-over tra i volontari aderenti o vicini all’AVIP. Però, col tempo, alcune adesioni si sono confermate come un punto fermo nella nostra vita associativa e nelle nostre attività. Comunque possiamo legittimamente domandarci se sia il caso di cercare nuove adesioni, sia in un’ottica interna per avere una crescita numerica nel gruppo, sia in un ottica esterna per offrire anche ad altri la possibilità di vivere un’esperienza così importante.

  1. Mettersi in rete

Siamo già inseriti nella realtà importante del Comitato di Sostegno alle Forze ed Iniziative di Pace. E’ giusto e opportuno confermare questa adesione, valorizzando i momenti in cui tutti i volontari, al di là delle riunioni formali di coordinamento, condividono con altri gruppi esperienze, impegno comune, scambio di riflessioni e di prospettive.

Dobbiamo inoltre cercare e valorizzare i rapporti e la collaborazioni con le altre organizzazione che sono impegnate nel campo della pace e della solidarietà, sia nella società a noi più vicina sia sul versante internazionale.

  1. IL MODO DI OPERARE

  • Col passare del tempo abbiamo capito sempre di più che la validità e l’efficacia delle nostre azioni all’esterno dipendono molto da come riusciamo a lavorare all’interno del gruppo. II nostro impegno per la pace è un dono da fare agli altri, ma è prima di tutto un dono da fare a noi stessi: sempre più dobbiamo abituarci a superare i nostri individualismi, per saper gestire in un confronto leale le diversità di opinione e di sensibilità. Perciò dobbiamo valutare se sia necessario lavorare sulle dinamiche di gruppo, per abituarci a socializzare entusiasmi e criticità, per essere sempre attenti allo stato di salute delle relazioni interpersonali.

  • In questi anni abbiamo migliorato gradualmente le nostre competenze nell’impostare e realizzare progetti. Però dobbiamo tener conto della complessità delle azioni che dobbiamo affrontare (a più di quindici anni dalla fine della guerra, la vera pacificazione non è ancora arrivata), e nello stesso tempo dobbiamo essere consapevoli che la qualifica di Onlus ci impone compiti più alti. Perciò dovremo dedicare ancora tempo ed attenzione per conoscere sempre meglio la situazione e i problemi della comunità in cui operiamo.

3. STRUTTURA INTERNA E UTILIZZO DELLE OPPORTUNITÀ ONLUS

La nuova condizione di Onlus, con gli aspetti di ufficialità che essa comporta, comprende anche la valorizzazione di tutti gli aspetti organizzativi e gestionali previsti dalla Statuto. Si tratta sia degli adempimenti riguardanti l’Assemblea, per il Programma Annuale e per il Bilancio, sia del funzionamento delle forme di rappresentanza, cioè Presidente e Consiglio Direttivo. Inoltre dovremo utilizzare la qualifica di Onlus, come rispetto di determinate modalità operative, ma anche come attenzione alle varie opportunità che si presenteranno per sviluppare con risorse nuove e più ampie il nostro campo d’azione.

  1. CONCLUSIONE
    Queste brevi riflessioni sono solo un punto di partenza. Abbiamo sempre lavorato nella corresponsabilizzazione di tutti. Adesso, per avere buoni risultati da questa assemblea, siamo coinvolti tutti allo stesso modo per individuare la strada migliore per un proficuo cammino dell’AVIP.

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